Il master

La cultura progettuale italiana dagli anni trenta del XX secolo fino ai nostri giorni si è distinta in uno specifico campo: la cosiddetta “arte del porgere”, che ha trovato negli allestimenti museali permanenti e in quelli temporanei dei Maestri dell’architettura italiana una serie esemplare di applicazioni tuttora fondamento e paradigma della disciplina.

“Il collocamento di un’opera d’arte” – ha scritto Argan – “è una definizione critica in atto, equivale all’interpretazione e alla rivelazione di quelli che sono, a nostro giudizio, i suoi valori estetici, è un modo di comunicare il nostro giudizio”.
Il master di secondo livello, offerto in lingua italiana, intende fornire agli iscritti attività formative molteplici e interdisciplinari onde garantire il raggiungimento delle competenze necessarie a operare consapevolmente in un ambito complesso e mutevole, che riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale materiale, immateriale e paesaggistico.

Il piano formativo prevede una suddivisione in moduli didattici che affrontano i differenti aspetti della disciplina, dai fondamenti compositivi all’uso delle nuove tecnologie, dalla teoria della percezione a quelli legati all’accessibilità e alla sicurezza.

Nello specifico il corso è strutturato in:
– lezioni frontali a distanza;
– esercitazioni su casi di studio, da realizzarsi mediante la formula del laboratorio;
– eventuali visite guidate (compatibilmente con la situazione sanitaria);
– tirocinio formativo/attività pratica presso un ente o studio di progettazione;
– elaborazione di un Progetto Finale del corso.

Direttore del master 
Paolo Zermani, DIDA | Dipartimento di Architettura (Firenze) 





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